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Immagine del redattoreDaniel Giaconia

Classico Vivo VS Classico Morto

Mercoledì 4 maggio 2022: il boato riecheggia nelle strade. Il Real Madrid combatte la sua dura battaglia in Champions League contro il Manchester City e se ne va in finale!


È così che ho notato il commento di Massimiliano Allegri durante un’intervista:


 

“Come dico sempre, le mode passano, i classici rimangono. Lui è un allenatore classico, come il vestito blu, non passa mai di moda”.


 

In riferimento a Carlo Ancelotti, Allegri si complimenta con il collega e lo difende da tutte le malelingue.


A riprova che “classico” non equivale per niente a “vecchio” o “antiquato”.


Nel calcio, come nel nostro settore, chi usa questo termine impropriamente, rischia di farsi fraintendere.


La verità è che ognuno ha la propria concezione di questo stile, come è altrettanto vero che il significato di “classico” si è modificato negli anni. Non credi anche tu?


Se penso a ciò che era il classico per mio nonno o per mio padre negli anni ’70, non possiamo certo dire che sia la nostra concezione attuale, proprio perché questo si evolve col passare del tempo.


 

Per evitare di scadere in uno stile obsoleto, i brand che lo vogliono rappresentare devono innovarsi e adattarsi al contesto più moderno.


 

Quello che voglio dire è che tanto l’innovazione è importante, quanto questa va aggiunta “in punta di fioretto“ per non calpestare le radici che rendono grande una storia.


 

In altre parole, “Se non si tiene conto del passato, non si può creare il presente e noi siamo quello che abbiamo vissuto” – Renato Balestra per Fashion News Magazine.


 

Lo so, l’equilibrio di cui ti sto parlando, è difficile sia da raggiungere che da mantenere.

Un cambiamento troppo radicale farebbe perdere al marchio parte del suo prestigio e identità. D’altra parte, rimanere ancorati con forza alle tradizioni, non gli permetterebbe di crescere. Che si fa in questi casi?


Ognuno prende le decisioni che ritiene più opportune ovviamente, ma anche noi fornitori dobbiamo riuscire a distinguere il brand migliore per il nostro settore.


E per migliore, intendo quello che vende di più.


Il punto è che un passo falso in questa giungla, potrebbe farti scivolare su una buccia di banana. Tradotto: La scelta sbagliata di un brand ti esclude automaticamente dal mercato di riferimento.


Capisco che si tratti di una selezione complicata. Ogni marchio ti viene presentato come “il migliore in assoluto” e non c’è nulla di sbagliato in questo. Il problema sorge nel momento in cui si inizia a scavare un po’ più a fondo.


Ad oggi, la pubblicità è fondamentale per la visibilità di un brand.


Lo sanno bene le figlie di Renato Balestra, Federica e Fabiana, che di recente hanno preso le redini del marchio italiano.



Gli abiti dello stilista sfilano nell’eleganza assoluta delle loro linee pulite. Le passerelle della Milano Fashion Week di febbraio 2022 si tingono di Blu Balestra e il classico per eccellenza mostra tutto il suo splendore.


 

Lo so, ho messo un po’ di poesia in quest’ultima frase, però l’ho fatto di proposito.


Ti sarai accorto della presenza di tanti marchi che, una volta ottenuto il successo (perlopiù negli anni ’80-’90), non sfilano più e tralasciano la pubblicità, limitandosi solamente a spacciare licenze qua e là, senza nessuna attività promozionale rivolta al grande pubblico, che sarebbe il motivo più grande per cui tu stai pagando un Brand e una Royalty.


Marchi di fatto “morti” che campano sulle tue spalle, memori di una gloria passata, che oggi si traduce in un ufficio che gioca a chi offre più soldi per acquisire la licenza di un marchio che era vivo venti anni fa, ma ora non produce più nulla direttamente.


Ognuno fa le sue scelte. Il punto è che il programma di rilancio delle sorelle Balestra, addobbato con enormi pubblicità in radio e in televisione, si mostra super efficace.

Parliamoci chiaro: fare pubblicità costa (e non poco), ma è un investimento necessario per mantenere i clienti già acquisiti e raggiungerne altri.


Aggiungiamo a questo il lancio di un nuovo logo e la rivisitazione di un abito capolavoro del 1971 di Renato Balestra, ed ecco completata la visione di un futuro dove il classico continua a essere protagonista sul mercato contemporaneo.


L’innovazione delle figlie dello stilista si costruisce sulle radici del marchio che da oltre 20 anni ci sceglie come suoi licenziatari. Ciò non ci pone al vertice della classifica, certo, ma garantisce una continuità positiva sotto tutti i punti di vista, prima di tutto per te.


Sarai d’accordo con me immagino: la serietà di un brand si vede anche e soprattutto in queste cose.


Infatti, cambiare continuamente licenziatario impone un’enorme fatica che si riversa su di te e sui tuoi clienti: modificando ogni volta lo stile e la fascia di prezzo, il tuo magazzino è penalizzato e il tuo cliente viene disorientato.


Per questo motivo Renato Balestra si mantiene vivo e presente sul mercato. Certo, come molti altri, anche lui fa licenze, ma mantenendo una struttura attiva ed efficace che s’innova continuamente, pur rimanendo coerente nel tempo.


Passerelle, pubblicità, radio, televisione… Insomma, bisogna sfruttare ogni mezzo a nostra disposizione se vogliamo farci conoscere (e riconoscere).


Pertanto possiamo definire Renato Balestra “Il classico per eccellenza“ che punta ad evolversi col tempo, nel rispetto della generazione precedente.


Proprio come Fabiana e Federica, interpretiamo il classico dello storico brand in chiave moderna, senza mai farlo passare per vecchio. È una regola per noi fondamentale, sia per il prodotto che per il packaging.


Ed è proprio su questa base che si erige Renato Balestra, una delle colonne portanti della nostra azienda.


In vista del rilancio del marchio, DanKe Pelletteria non poteva che dare il suo contributo: il nuovo packaging in saffiano Blu Balestra rappresenta appieno quella che è la nostra idea di classico contemporaneo.


Il nome del brand, stampato in gunmetal, trasmette quell’eleganza immortale e al tempo stesso una freschezza giovane.


Quindi, tieniti pronto!


Ci vediamo i primi di luglio per mostrarti tutte le novità del grande classico.


Always flat out


Daniel Giaconia

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